Alessandro Pongan - Totem
“Il progresso sociale e tecnico dell'umanità ha intaccato il tabù molto meno di quanto non sia avvenuto per il totem”. Sigmund Freud, Totem e Tabù, 1913Alessandro Pongan - Totem
Dal BUILDING TERZO PIANO presenta
Alessandro Pongan. TOTEM a cura di Serena Tabacchi,
un’esposizione che affronta il passaggio tra la
magia e il divino attraverso una selezione di
sculture, arazzi e opere native digitali in cui il
dialogo tra la simbologia del corpo e l’evoluzione
della società contemporanea tentano di riscoprire il
valore del sacro.
Le opere presentate sono il frutto della ricerca
di Alessandro Pongan (1963, La Spezia) il quale
attraverso un attento studio dedicato alla ricerca
artistica e del design, interpreta la sacralità
degli oggetti e delle forme partendo da una
riflessione personale e storica sul culto della
divinità. TOTEM affonda le sue radici nell'intimità
dell’individuo, cercando di descrivere attraverso
simboli e forme ricorrenti l’umano desiderio di
conoscenza dell’infinito. Nel saggio Il ramo d’oro,
testo cardine della ricerca dell’antropologo James Frazer, si racconta come la magia, un tempo vicina
alle pratiche quotidiane dell’uomo, venga meno con
il graduale riconoscimento degli dèi e della natura
come forze soprannaturali e quindi superiori alla
propria influenza esoterica. Se la natura e gli
eventi della vita ci hanno portato a credere che
esista una forza superiore alla nostra volontà, nel
momento in cui l’uomo realizza che la somiglianza
con il suo dio non equivale alla democratizzazione
della natura ma piuttosto all’affermarsi di
un’entità esterna, ancora indefinita, che regola il
corso del creato, a questa visione Pongan oppone una
nuova teoria che racchiude nel totem il passaggio
tra la pratica votiva e l’incarnazione della
sacralità del corpo e della mente che lo governa.
Le opere ospitate presso BUILDING TERZO PIANO
raccontano, ognuna con il proprio medium, il
passaggio dalla consapevolezza dell'invisibile
equilibrio delle forze naturali
all’interiorizzazione della stessa come forma di
religione. Pongan realizza due serie dai motivi
iconici e ricorrenti, il ciclo del Prono e quello del
Brain Drain. Le sculture della serie dei Proni
vengono realizzate con metalli e resine, dopo essere
state concepite digitalmente, attraverso un sistema
di stampa 3D capace di cristallizzare le più
complesse sfumature che l’artista realizza su
monitor. La posizione a carponi richiama alla
memoria i primi passi dell’infante, una forma di
conoscenza del mondo primordiale che accomuna
l’animale e l’uomo. Con la crescita, essa
rappresenta resilienza, forza e meditazione.
Appartengono allo stesso ciclo le opere Human Fabric
e Spectrum: la prima è una composizione
bidimensionale di forme in stile vaso di Rubin, in
cui il susseguirsi del Prono crea una trama
monocromatica di tessuto umano. Dai toni brillanti e
dalla colorazione in continua evoluzione è invece
l’opera digitale Spectrum, con la quale l’artista
esplora le possibili emozioni e connessioni
scaturite tra lo sfondo e i blocchi in primo piano,
dando tridimensionalità al prono questa volta
attraverso un gioco di luci e ombre. P. Block 67-68
viene concepita in un momento di isolamento in cui
il prono diventa casa, come a volerci chiudere in
noi stessi in un atto di protezione, restando vicini
nonostante il cemento delle abitazioni popolari.
L’encefalo stilizzato appare sotto forma di
proiezione e scultura fluttuante, come a creare un
dialogo tra l’io interiore e la materia che lo
incapsula. Le quattro incisioni a parete, Brain
Drain Tales vengono realizzate su un supporto di
legno e successivamente riempite con intonaco per
poi essere nuovamente incise a mano. Ogni tale
(racconto) rappresenta una proiezione fotografica
della scatola cranica, come a voler dare forma al
nostro sentire.
L’arazzo tessuto a mano dall’Arazzeria Scassa e
l’arazzo jacquard sono fermi immagine di un pattern
in divenire. Il pensiero, il colore e la materia si
realizzano in queste opere, regalando una qualità
tattile alla serie.
Le tre opere native digitali Brain Drain Digital
formano un trittico, creando una sinergia tra il
design del testo, che lascia intendere il titolo
dell’opera e i colori plastici scelti per ognuna
delle prospettive del Brain proposte dall’artista.
Per questa serie Pongan sceglie di affidarsi ad una
tecnologia innovativa e brevettata a livello
internazionale che salvaguardia e tutela il file
dell’opera in forma unica e quindi non
riproducibile: il DAW®(Digital Art Work). Attraverso
un sistema di crittografia elaborato dall’azienda
italiana Cinello, le opere sono da paragonarsi a
tele digitali uniche, grazie alle quali l’artista
sottolinea la sua attenzione e sensibilitàrispetto
al tema della paternità dell’opera digitale e alla
sua diffusione come opera collezionabile in formato
unico, protetto e certificato.
Alessandro Pongan nasce a La Spezia nel 1963 e cresce tra Spagna, Italia
e Brasile seguendo gli spostamenti della famiglia. Tornato in Italia si
stabilisce a Milano dove si forma in visual design alla Scuola
Politecnica di Design di Milano dopo gli studi scientifici. Sempre a
Milano fonda il proprio studio professionale, Officina Design, un
laboratorio di ricerca multidisciplinare tuttora attivo che lo porta a
sperimentare le più svariate tecniche e linguaggi, dalla grafica alla
motion graphics e animazione 3D (allora ai primordi) e animazione stop
motion; dalla progettazione scenografica alla regia e produzione video,
fino al TV design. Innumerevoli i progetti che ha concepito per
importanti brand utilizzando le varie discipline o come direttore
creativo nei campi della comunicazione, eventi speciali, Expo
internazionali, TV. Nel 2017 inizia a dedicarsi sempre di più alla
pratica artistica muovendosi in un territorio tra ambiente digitale e
stato fisico. Totem project è espressione in-progress di questa ricerca
e tessitura di un racconto poetico dove le opere nascono digitali per
raggiungere quasi sempre lo stato fisico in forma di scultura, graffito,
installazione, videoproiezione, opera monumentale. Opere che rimangono
sospese in una dimensione di mezzo. Inizia a creare un mondo, un proprio
alfabeto immaginario iconografico religioso, dove si susseguono e si
integrano figure simboliche e potenti archetipi. È il caso del ciclo del
Prono, un character capace di essere declinato in numerose vesti senza
mai perdere la sua forza narrativa, o il ciclo degli Ex Voto. Le
tecniche variano come i materiali di cui sono composte le opere. Un
cortocircuito di discipline antichissime e contemporanee insieme in un
processo quasi alchemico. Quindi opere digitali, anche riprodotte in
stampa fine-art su vari materiali, fusione a cera persa del bronzo,
sabbia concretizzata, stampa 3D in nylon, stratificazioni di gesso
pigmentato, graffiti su intonaco e MDF, arazzi, carpenteria metallica,
fino ad opere monumentali dove l’elemento naturale vivo si impossessa
del manufatto.
Collocato al terzo piano di BUILDING, in Via Monte di Pietà 23, Building
Terzo Piano è uno spazio che nasce dal desiderio di esplorare la
creatività in tutte le sue sfaccettature, attraverso modalità inedite
non ancora sperimentate in BUILDING e BUILDINGBOX. La sua identità,
volutamente lasciata sfumata, si svilupperà nel tempo, alimentata da
mostre e progetti che seguono una programmazione indipendente e una
differente periodicità rispetto agli altri piani della galleria.
Alessandro Pongan - Totem
a cura di Serena Tabacchi
Dal 14 settembre al 21 ottobre 2023
BUILDING TERZO PIANO
via Monte di Pietà 23, 20121 Milano
martedì - sabato, 10 - 19
Ufficio Stampa BUILDING
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