Il Conte e il Cardinale. I capolavori della Collezione de Silvestri
Mostra promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, a cura di Alessia Vedova, da una idea di Sergio Campagnolo.Il Conte e il Cardinale. I capolavori della Collezione de Silvestri
Il prossimo appuntamento di
Palazzo Roncale, sede espositiva della Fondazione
Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, sarà con
“Il Conte e il Cardinale. I capolavori della
Collezione de Silvestri” (dal 2 dicembre 2023
alla primavera del 2024). La mostra, promossa dalla
Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo in
collaborazione con Comune di Rovigo, Accademia
dei Concordi e Seminario Vescovile, nasce da una
idea di Sergio Campagnolo ed è affidata alla
curatela scientifica di Alessia Vedova.
L’esposizione si propone di portare nuova luce alla
singolare vicenda che occorse all’imponente
collezione d’arte, e non solo, appartenuta al casato
de Silvestri. Nel 1877, i due ultimi eredi – il
nobiluomo Gerolamo e il fratello cardinale Pietro –
legarono la quadreria di famiglia, per metà al
Seminario Vescovile, e per l’altra metà al Comune di
Rovigo e all’Accademia dei Concordi. Senza però
stabilire cosa dovesse pervenire a chi. Il
patrimonio da dividere tra le due istituzioni era
imponente: oltre 200 opere. Un lascito che provocò
una contesa al rovescio, dato che entrambi i
co-beneficiari lottarono per “scaricare” all’altro
il possesso della Collezione, considerandola troppo
ingombrante e per nulla interessante. Il Seminario
acquisì volentieri la collezione archeologica che i
de Silvestri avevano lasciato insieme alla
quadreria, mentre auspicarono che a farsi carico di
quest’ultima fosse l’Accademia dei Concordi. Che era
stata felicemente destinataria di un altro lascito
della famiglia, la preziosissima Biblioteca
Silvestrina, ricca di 40 mila documenti e volumi,
tra cui capolavori unici come la trecentesca Bibbia
Istoriata Padovana. Un’altra gemma del patrimonio,
la Casa di Francesco Petrarca ad Arquà, i de
Silvestri l’avevano già destinata al Comune di
Padova, cui tutt’ora appartiene.
Rifiutare il lascito, definito dall’esperto dell’epoca
come “cose da bottega di rigattiere”, non si poteva,
così, dopo lunghe diatribe, la gara a disfarsene
venne salomonicamente risolta dai numeri: le opere
con un numero di inventario pari andarono al
Seminario Vescovile, quelle dispari all’Accademia.
Benignità della sorte, alla recente confluenza della
Pinacoteca del Seminario nella Pinacoteca
dell’Accademia, la collezione smembrata è tornata
unita; recuperando l’originaria unità a cui avevano
aspirato i due illustri donatori.
Perché tanta indifferenza per una così imponente
collezione d’arte? A spiegarlo è la curatrice della
mostra, Alessia Vedova: “Quella dei nobili de
Silvestri è una tipica collezione privata
dell’epoca: molte opere settecentesche o
seicentesche, che al momento non erano
particolarmente apprezzate, un buon numero di copie
volute per scopo di studio o decorativo, ritratti,
nature morte, piccoli paesaggi, opere devozionali.
Nulla che veramente intrigasse gli Accademici o gli
ecclesiastici”.
“Un giudizio che agli occhi di oggi appare davvero
miope. Basti pensare alle grandi opere trecentesche
e quattrocentesche di Nicolò di Pietro e Quirizio da
Murano, tra i capolavori della attuale Pinacoteca,
alle tele di Mazzoni, Nogari, Pittoni, Pietro Della
Vecchia, Giambattista Piazzetta, Pietro Longhi, Fra
Galgario…”
“Questa mostra – continua la curatrice – riaccende i
riflettori sulla Collezione e ne fa oggetto di una
importante campagna di studi, preceduta da una nuova
campagna fotografica. A quasi 150 anni dalla
donazione, si analizzerà e documenterà questo
patrimonio in gran parte finito nei depositi.
L’indagine scientifica di tutte le opere continuerà
anche dopo la mostra e in questo lavoro sarò
affiancata da altri specialisti universitari. Al
termine di questa ricerca, immagini e schede
scientifiche dell’intera collezione saranno rese
disponibili on line. Un altro progetto riguarda la
messa on line dell’intera Bibbia Istoriata,
manoscritto miniato oggi suddiviso tra Rovigo e la
British Library di Londra.
La mostra proporrà al pubblico una selezione delle più
significative opere della Collezione, ma com’è nella
tradizione delle esposizioni di Palazzo Roncale,
servirà anche a far conoscere al pubblico la storia
del casato dei de Silvestri, presenti a Rovigo sin
dal Ducato Estense. Non saranno indagate solo le
figure dei due ultimi protagonisti ma anche quelle
di altri membri di una famiglia che si è distinta
per molti aspetti in città e nel Polesine.
Naturalmente sarà presentata la vicenda del
Cardinale Pietro, personalità di spicco nella Roma
di metà Ottocento, momento cruciale per le sorti
dello Stato Pontificio. Silvestri assunse l’incarico
di seguire gli intessi dell’Impero Austroungarico
presso il Soglio di San Pietro, salvo convincersi
della necessità di unire Roma al nuovo Regno
d’Italia, posizione naturalmente avversata dalla
corte papale, al punto che alla sua morte non gli
venne tributato alcun omaggio solenne. La sua salma
venne silenziosamente tumulata al Cimitero del
Verano e poi traslata nella tomba di famiglia a
Rovigo.
Con la morte del Cardinale, nel 1875, preceduta di
un anno da quella del fratello, la famiglia si
estinse. Il palazzo e i beni non diversamente
assegnati giunsero infine al Vescovo di Adria e da
essi prese vita il “Patronato-Scuola de Silvestri
per le fanciulle povere”. Un esempio davvero unico
di munificenza, che la mostra consente, per la prima
volta, di approfondire e documentare.
IL CONTE E IL CARDINALE. I
capolavori della Collezione de Silvestri
Rovigo, Palazzo Roncale
02 Dicembre 2023 - Primavera 2024
Fondazione Cariparo
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