Flashback
2020, Edizione Diffusa
presenta
L’ARTE È TUTTA
CONTEMPORANEA, EPISODIO #13
“Gli animali”
“L’uomo non sa
di più degli altri animali; ne sa di meno. Loro sanno quel
che devono sapere. Noi, no.” - Fernando Pessoa
Iniziamo la nostra incursione settimanale tra le opere di
Flashback individuando quelle che ci raccontano il mondo
della fauna, domestica, selvatica e immaginaria. La prima è
un antico e intrigante tappeto Ningxia a sfondo
giallo, proveniente dalla Cina del XIX secolo, 198 x 132 cm,
che rappresenta, nel suo complesso intreccio, i cani di Fo,
cani della tradizione cinese chiamati anche cani guardiani.
Focalizziamo poi la nostra attenzione su Enzo Cucchi,
classe 1949. L’opera è il disegno Senza titolo del 2020
(pastelli e carbone su cartoncini bianchi assemblati a
sagoma irregolare) appartenente alla serie “I Predicatori”.
Il soggetto è un muso di cavallo che, attraverso il nero del
carboncino, si trasforma diramandosi. L’artista con la serie
“I Predicatori” fa nascere una sorta di bestiario
fantastico, in cui regna l’irrazionale, la visione, il
sogno.
L’incursione prosegue con la Scena pastorale di Dirck Van
Den Berghen, un olio su tela del 1675. Una composizione
di animali in primo piano: tre bovini, due pecore e un
agnello; il sole in lontananza che emette, fra le nuvole,
una luce delicata; una capanna dentro la quale scorgiamo la
figura di un uomo: tutti elementi che nell’insieme rendono
perfettamente la serenità della vita rurale.
Carol Rama, pittrice torinese, aggiunge un ulteriore
tassello al racconto con l’opera S.T. del 1990
(pennarello e smalto su cartoncino), in cui è raffigurato un
uomo con accanto un rospo color arancio; sopra, un altro
rospo verde con puntini rossi, neri e gialli. Animali
fantastici e totemici che l’artista era solita disegnare
accanto a soggetti nudi, animali che si moltiplicano, si
evolvono e che rappresentano la trasformazione.
Continuiamo con il Cavallo della Cina centrale Shaanxi,
Dinastia Tang (618-907 d.C.), in terracotta grigia con
policromia su ingobbio bianco, è un’opera che esprime la
dinamicità di questo animale: il collo in torsione, la testa
rivolta verso l’alto, le orecchie tese, la bocca aperta e la
zampa destra sollevata ne fanno risaltare l’irrequietezza e
la realisticità.
Infine i preziosi Orecchini in oro giallo, onice e
diamanti del 1970 ca. di origine Italiana: cerchi in oro
che si ispessiscono e si trasformano in teste di serpente
coronate da diamanti poggiati sul fondo nero di pietra
vulcanica. Sono gioielli che richiamano, per la loro forma
un serpente che si morde la coda, “l’oroboro”, il simbolo
dell’eterno ritorno, di tutto ciò che finisce e ricomincia
in un ciclo infinito.
Nell’immagine, in alto a sinistra: Dirck Van Den Berghen,
Scena pastorale, 1675, olio su tela, cm 26,7 x 33, courtesy
of Galleria Luigi Caretto (Torino, Madrid). Enzo Cucchi,
Senza titolo, appartenente alla serie “I Predicatori”, 2020,
pastelli e carbone su cartoncini bianchi assemblati a sagoma
irregolare, cm 170 x 110, courtesy of: Aleandri Arte Moderna
(Roma). Segue: Tappeto Ningxia, Cina XIX secolo, cm 198 x
132, courtesy of: Mirco Cattai Fine Art & Antique Rugs
(Milano).
In basso a sinistra: Carol Rama, S.T., 1990, pennarello e
smalto su cartoncino, cm 34 x 24, courtesy of: Galleria Del
Ponte (Torino). Segue: Orecchini, Italia 1970, in oro giallo
onice e diamanti, courtesy of: Lorenzo e Paola Monticone
Gioielli d‘Epoca (Torino). Segue: Cavallo, Cina centrale
Shaanxi, Dinastia Tang 618-907 d.C., terracotta grigia con
policroma su ingobbio bianco, cm 49 x 54,5, courtesy of:
Schreiber Collezioni (Torino).
Flashback, l’arte è tutta contemporanea
LUDENS
Edizione Diffusa
3 novembre 2020…7 marzo 2021
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