Emilio Vedova, oltre il
colore. Etica ed estetica del segno
Dal 17 luglio 2022 all'otto gennaio 2023
MUSEO CASA LICINI – CENTRO STUDI OSVALDO LICINI
Monte Vidon Corrado, Corso G.Garibaldi, 3, (Ascoli Piceno)
Organizzata dal Centro Studi Licini in collaborazione
con la Fondazione Vedova e con l’Archivio Albicocco
di
Udine, la mostra comprende circa 80 pezzi tra opere
grafiche, pittoriche – alcune inedite – libri d’artista,
matrici, allestiti con un criterio cronologico e tematico.
“Ogni lastra di Vedova, pur riferendosi ai vari momenti
della sua storia, e nei limiti di uno spazio ben diverso da
quello delle grandi tele e delle ante dei plurimi, racchiude
oggi un cosmo complesso d’immagini, divise fra il sentimento
della natura, l’impeto delle passioni, l’urto violento della
polemica, la ricerca misteriosa delle origini e la scoperta
di nuove associazioni formali”, così scriveva
Giuseppe Marchiori nel 1975 riguardo alla grafica di
Vedova.
La mostra allestita nel polo museale di Monte Vidon Corrado
è la prima di una serie dedicata al segno nell’arte del
Novecento, aspetto fondante nell’arte di Licini.
Il gesto, il segno, sono stati caratteri espressivi
attraverso i quali Emilio Vedova (Venezia 1919-2006) ha
dialogato con la materia, sul piano pittorico e grafico, con
una incessante, rigorosa sperimentazione.
L’esposizione verte su una parte poco studiata della
produzione di Vedova, la grafica, alla quale l’artista si è
dedicato dall’inizio degli anni Sessanta con passione,
straordinaria perizia tecnica, con un percorso di ricerca
per lui non secondario rispetto a quello della pittura.
Curata da Roberto Budassi e Daniela Simoni -
direttrice del Centro Studi e della Casa Museo Osvaldo Licini
- la mostra è organizzata dal Comune di Monte Vidon
Corrado e dal Centro Studi Osvaldo Licini, in collaborazione
con la Stamperia d’Arte Albicocco di Udine e con la
Fondazione Emilio e Annabianca Vedova di Venezia. Il
nucleo fondante del percorso espositivo, articolato tra le
sale del Centro Studi Osvaldo Licini e gli spazi
della Casa Museo, è costituito dalla collezione di
incisioni di Corrado Albicocco, storico stampatore di
Vedova, che ha collaborato per circa trent’anni con il
grande maestro veneziano.
“All’inizio, con noi, è stato molto duro e davvero molto
esigente, perfezionista al massimo – racconta Albicocco
– ci controllava tutto, anche come facevamo i pacchi
contenenti le stampe da visionare”.
La mostra comprende circa ottanta pezzi tra opere grafiche,
pittoriche – alcune delle quali inedite - libri d’artista,
matrici, allestiti secondo un criterio cronologico – il
percorso inizia con la litografia Spagna oggi del 1961/62 e
termina con Senza titolo, l’ultima acquatinta del 2006 – e
tematico. Tra i temi iconografici quello degli Oltre e gli
Angeli di Vedova che idealmente dialogano con quelli liciniani. Una tematica che come un
fil rouge percorre tutta
l’arte del grande maestro dell’informale, è quella dello
sguardo critico sulla contemporaneità: “Esiste un filo
diretto che lega e connette l’attività grafica di Vedova con
il suo essere uomo del proprio tempo, con il suo impegno
civile, sociale, morale e politico. Il segno, la scrittura,
il testo e la poesia, la denuncia e la protesta passano
attraverso il linguaggio scarno e incisivo della grafica -
scrive Budassi - non meno che attraverso quello della
pittura gestuale da lui esercitata sulle grandi superfici
dei Plurimi e delle installazioni”.
In mostra il modellino di Chi brucia un libro brucia un uomo
della Fondazione Vedova, realizzato nel 1993 a seguito dei
tragici eventi della guerra civile in Bosnia. Nel percorso
espositivo la sperimentazione grafica di Vedova dialoga con
quella pittorica, evidenziando i richiami tra le due forme
espressive ma anche la peculiarità dell’incisione: sulle
lastre l’artista lascia attraverso il segno e la bicromia
bianco-nero una sorta di diario interiore, in cui la
condizione storica e quella esistenziale sono percepite come
tensione e conflitto.
Albicocco racconta che una volta Vedova gli disse: “Magari
riuscissi a fare in pittura quello che riesco a fare con
l’acquatinta”.
In catalogo, oltre ai saggi dei curatori, un testo di
Fabrizio Gazzarri, assistente di Vedova negli anni
dell’insegnamento all’Accademia di Belle Arti di Venezia,
suo collaboratore e oggi Direttore archivio e collezione
della Fondazione Vedova. La biografia dell’artista è a
cura di Marino Capretti. La mostra sarà aperta fino
all’8 gennaio 2023. |